Chi non ha mai desiderato staccare tutto e portarsi la musica dietro, ovunque? In spiaggia, in montagna, durante una corsa al tramonto o anche solo sotto la doccia dopo una giornata pesante. Noi lo facciamo spesso, e dopo aver provato decine di speaker portatili, possiamo dirti che la scelta tra la nuova JBL Clip 5 e la JBL Go 4 è molto meno scontata di quanto sembri.
Quando le abbiamo prese in mano per la prima volta, ci siamo detti: “ok, sono entrambe minuscole”. Ma dopo qualche ora d’uso, la Clip 5 ci ha colpiti per la sua versatilità, mentre la Go 4 ci ha fatto pensare: “caspita, questa entra ovunque”. Due approcci diversi, due filosofie quasi opposte. La prima è pensata per essere parte del tuo outfit da escursione, la seconda per sparire in tasca.
E allora abbiamo deciso di metterle a confronto. Niente schede tecniche fredde: ti raccontiamo cosa cambia davvero tra loro, dove una spinge di più, dove l’altra sorprende, e quale ci porteremmo dietro senza pensarci due volte.
Forme e funzionalità da tasca o da moschettone?

A prima vista potresti pensare che non cambi molto, ma appena le afferri capisci che il feeling è totalmente diverso. La Go 4 è una specie di ciottolo sonoro, con linee pulite, spigoli arrotondati e dimensioni che ti fanno venire voglia di infilarla nel taschino della giacca. Pesa poco, si tiene in mano come una saponetta e, se ami i prodotti minimali, ti farà subito simpatia.
Dall’altra parte c’è lei, la Clip 5, che minimal non lo è per niente. Ha quel carabiner integrato che non è solo una scelta estetica: è una dichiarazione d’intenti. La agganci allo zaino, alla bici, al passante dei pantaloni. La porti come fosse un accessorio. E funziona: ci siamo ritrovati a non toglierla mai.
Entrambe sono certificate IP67, quindi sì, puoi portarle in spiaggia, sotto la pioggia, infilarle in una borsa piena di sabbia e dimenticarle sotto al sole. Non si lamentano mai. E quando le appoggi su un tavolo, le basi gommate impediscono qualsiasi scivolata, anche su superfici bagnate. Non sono solo resistenti: sembrano proprio nate per essere strapazzate.
Interfaccia senza pensieri, anche con le mani bagnate
Una delle cose che ci piace di più di questi due modelli è che non devi mai fermarti a pensare per usarli. Accensione, pairing, play/pausa, volume: tutto è dove ti aspetti che sia. I pulsanti sono grandi, gommati, riconoscibili anche al tatto, perfetti anche con le dita umide o infreddolite.
Sul lato, trovi anche il tasto per attivare Auracast, che ti permette di collegare più speaker JBL e creare un piccolo impianto nomade. Funziona anche in mezzo al nulla: provato in montagna, con due Clip 5 appese agli alberi. Festa immediata.
La disposizione dei comandi è identica tra i due modelli. Nessuno dei due ti costringe a imparare combinazioni strane o scorciatoie astruse. Ed è proprio questa semplicità a renderli irresistibili.
L’app JBL Portable cambia tutto

Fino a poco tempo fa, usare uno speaker Bluetooth era un’esperienza statica. Ora invece, grazie all’app JBL Portable, le cose sono molto più dinamiche. Entrambi i modelli sono compatibili con l’app, e da lì puoi regolare un equalizzatore a 5 bande, attivare la modalità Party, aggiornare il firmware.
La differenza? La Clip 5 sfrutta meglio il potenziale di queste funzioni, grazie a una potenza maggiore che rende più evidenti le modifiche che fai all’audio. Quando regoli i bassi o alzi i medi, la Clip risponde con più energia, mentre la Go 4 resta un po’ più contenuta.
Insomma, l’app ti dà in mano una vera centralina di controllo e, anche se non è indispensabile, una volta che la usi, non torni più indietro.
Bluetooth 5.3 per una connessione doppia senza stress

Su questo punto non abbiamo nulla da segnalare se non: funziona. Entrambi gli speaker utilizzano Bluetooth 5.3, supportano la connessione a due dispositivi contemporaneamente, e durante i nostri test non hanno mai perso il segnale né mostrato ritardi.
Puoi passare dal telefono al portatile senza scollegare nulla, e questo, quando sei in compagnia, è una manna. Peccato solo che non ci sia supporto per codec avanzati come aptX o AAC, ma su speaker così piccoli, la differenza è minima. Quello che conta è la stabilità, e quella c’è.
Autonomia: due ore in più che possono salvarti la giornata
Chi ha detto che due ore non contano? La Clip 5 arriva a 12 ore di riproduzione, mentre la Go 4 si ferma a 10. Sembrano numeri vicini, ma non lo sono se sei fuori tutto il giorno e non hai una presa nei paraggi.
C’è anche la modalità “PlaytimeBoost” su entrambi i modelli, che estende la durata abbassando le basse frequenze. Utile in emergenza, ma il suono cambia drasticamente e diventa più piatto, come se stessi ascoltando da una radio da cucina. Meglio tenerla come asso nella manica.
Comunque sia, la Clip 5 vince per resistenza e autonomia. Ti segue fino a sera senza mai mollare, e questo è un dettaglio che pesa.
Suono: piccolo corpo, grande differenza

Qui arriva la vera sorpresa. Anche se entrambe usano un driver da 1,75 pollici, la Clip 5 ha una potenza di 7W contro i 4,2W della Go 4, e lo senti tutto. I bassi spingono di più, il volume è più corposo, l’impatto è maggiore. Sembra quasi più grande di quanto non sia.
La Go 4, invece, tende a concentrarsi sulle frequenze medie, rendendo più piacevole l’ascolto di voci e strumenti acustici. Va benissimo per podcast, musica leggera, radio online. Ma se metti dell’elettronica o qualcosa di più “ciccio”, senti che le manca un po’ di grinta.
Alzando il volume, entrambe iniziano a perdere un po’ di definizione. Ma è normale: sono speaker ultra-portatili, non soundbar da salotto. Eppure, la Clip 5 regge meglio, distorce meno, resta più “in piedi” anche in ambienti aperti.
Conclusione: la Clip 5 è quella che vorremmo sempre nello zaino
Abbiamo passato giornate intere con entrambe. Le abbiamo caricate, scaricate, ascoltate sul balcone e in mezzo al nulla. E alla fine, quella che abbiamo continuato a portare in giro è la JBL Clip 5.
Perché? Perché è più flessibile, più potente, più affidabile. Quel carabiner integrato cambia tutto: ti evita di dover cercare spazio nello zaino, ti permette di appenderla ovunque, e dà una sensazione di “pronta all’uso” che la Go 4 non ha. E poi, quei 7W fanno davvero la differenza.
La Go 4 resta una gran bella cassa, perfetta se cerchi il massimo della portabilità e ascolti contenuti più “soft”. Ma appena chiedi un po’ di spinta in più, si ferma.
Anche se pesa leggermente di più, la Clip 5 ti ripaga in autonomia, volume e usabilità. È il tipo di speaker che non ti fa rimpiangere di averla portata con te. Anzi, quando ti manca, lo senti. E questa, per noi, è la vera prova del nove.


