Hai presente quella voglia irrefrenabile di buttarti in una sessione di gioco per staccare da tutto? Ecco, noi la conosciamo bene. Ma ogni volta che indossiamo un paio di cuffie diverse, ci accorgiamo che non è solo questione di audio. La vera differenza la fa la sensazione di essere lì dentro, nel gioco. Per questo motivo, quando ci siamo trovati a provare la linea Sony INZONE ci siamo detti: ok, vediamo se sono solo belle da vedere o se davvero ci portano “in zona”.
A prima vista, le INZONE H9, H7, H5 e H3 sembrano uscite dalla stessa matita: linee morbide, colori soft, niente design aggressivo. Ma poi… ci sono dettagli, piccoli e grandi, che ti fanno cambiare idea in fretta. Solo le H9 hanno la cancellazione attiva del rumore. Solo le H3 funzionano solo col cavo. Le altre? Un mix interessante di autonomia, connettività e praticità.
Ci siamo messi a provarle tutte, con sessioni lunghe, stanchezza agli occhi e dita incollate al controller. Cosa abbiamo scoperto? Che dietro quell’estetica minimal, ci sono scelte tecniche che cambiano radicalmente l’esperienza. E ora ti raccontiamo tutto, punto per punto.
Look da famiglia, ma con qualche extra che spicca

Quando le sistemi una accanto all’altra, il primo pensiero è: “Wow, sembrano tutte uguali!”. Ma non appena le accendi o le indossi, ecco che le differenze escono fuori. Tutte e quattro condividono un’estetica pulita, quasi spaziale, con bianco e nero come colori dominanti (tranne le H7, interamente bianche, un dettaglio che le rende più eleganti).
Poi ci sono le H9, che nel buio regalano un tocco in più grazie alle illuminazioni LED attorno alla cerniera. È un dettaglio puramente estetico? Forse. Ma quanto basta per renderle “vive” anche visivamente. Ti senti subito al centro della scena, anche quando sei solo.
Dal punto di vista dei materiali, la sensazione al tatto è di qualcosa pensato per durare. I padiglioni sono morbidi, non fanno sudare e abbracciano le orecchie senza stringere. La pressione è ben distribuita, anche dopo ore di gioco. E poi ci sono i comandi: nessun cavo volante, niente controller esterni. Tutto è lì, sulle cuffie. E quando ti abitui, non torni più indietro.
Cavo sì, cavo no: le scelte che non ti aspetti
Qui iniziano i veri bivi. Perché se ti diciamo che le H3 funzionano solo via cavo, potresti pensare: “Bah, passiamo oltre”. Ma aspetta. Il collegamento cablato elimina qualsiasi rischio di latenza. È il massimo della precisione. Se giochi competitivo, quella frazione di secondo può cambiare tutto.
Poi ci sono le H5, che offrono la scelta: puoi usarle sia con cavo che in wireless. Una versatilità che fa comodo, soprattutto se ti piace alternare console e PC.
Le H7 e le H9, invece, vanno full wireless. Le H7 spiccano per l’autonomia: fino a 40 ore senza ricaricare. Le H9 si fermano a 32 ore, mentre le H5 a 28. Tutte e tre supportano la ricarica rapida, ma le H5 si prendono una piccola rivincita: bastano 10 minuti di carica per ottenere 3 ore di gioco. Quando ti dimentichi di metterle in carica, è una salvezza.
Bluetooth? Non per tutte
Sembra assurdo dirlo oggi, ma non tutte le cuffie wireless qui hanno il Bluetooth. Le H5, per esempio, funzionano solo col dongle USB. Quindi se pensavi di usarle anche con lo smartphone… scordatelo.
H7 e H9, invece, supportano il Bluetooth 5.0, con un raggio d’azione classico da 10 metri. Questo cambia tutto per chi vuole usare le cuffie anche fuori dal gaming. Una chiamata al volo? Una canzone mentre cucini? Nessun problema.
È uno di quei dettagli che magari non ti sembra cruciale all’inizio, ma poi ti accorgi di quanto possa rendere tutto più fluido nella vita di tutti i giorni.
Rumore fuori, gioco dentro: solo una ci riesce davvero

Qui si fa sul serio. La cancellazione attiva del rumore è esclusiva delle H9. Non c’è margine d’errore o compromessi: o scegli quelle, o te ne privi.
Quando la attivi, il mondo esterno scompare. Letteralmente. Rumori di fondo, voci, traffico… spariti. E se vuoi restare collegato alla realtà? Nessun problema. Con il “modo ambiente”, puoi far entrare solo ciò che serve.
Le altre tre cuffie – H3, H5 e H7 – non offrono nulla di simile. In ambienti rumorosi, perdi dettaglio, devi alzare il volume, e alla lunga ti stanchi. Sì, funzionano bene, ma non ti isolano. Ed è lì che senti la differenza.
Suono spaziale sì, ma non uguale per tutti
Un punto su cui Sony ha puntato forte è il 360 Spatial Sound. Tutti i modelli lo supportano, e l’effetto è notevole: ti sembra davvero di sentire passi alle spalle, voci laterali, colpi dall’alto. È come avere un radar naturale.
Detto questo, non è tutto oro. Le H9 riescono a restituire un dettaglio maggiore, una spazialità più precisa. Merito della qualità superiore dei driver e della struttura più curata.
Un’altra cosa che ci è piaciuta è la possibilità di personalizzare l’audio. Con l’equalizzazione software, puoi tarare il suono come vuoi: bassi potenti per gli sparatutto, voci nitide per gli RPG…
Microfono comodo, ma non sempre completo
Tutti e quattro i modelli montano un microfono abbattibile con funzione di mute automatico. Sollevi? Si zittisce. Abbassi? Parli. Semplice e comodissimo, soprattutto nei momenti caotici.
Ma attenzione: le H3 non permettono di regolare il bilanciamento tra audio di gioco e voce. Se giochi spesso in party, questa è una mancanza che si sente. Le altre tre invece ti lasciano tutto sotto controllo, ed è una mano santa.
A livello di qualità, i microfoni si equivalgono. Non sono da podcast, ma per parlare in game sono più che buoni. La voce arriva chiara, senza distorsioni strane.
Niente sorprese sulla compatibilità

Almeno qui, tutto fila liscio. Tutti i modelli sono compatibili con PlayStation 5 e PC, senza dover smanettare o installare software misteriosi. Le colleghi e funzionano.
Anche su Discord non ci sono problemi: tutte le cuffie sono certificate, quindi puoi comunicare senza lag, disturbi o problemi di compatibilità.
Se hai anche smartphone o tablet, solo le H7 e H9 ti offrono il bonus extra del Bluetooth. Le altre si limitano al contesto gaming.
Conclusione: la vera differenza è nell’esperienza, non nei dati
Non avevamo dubbi, ma provare tutte le cuffie della linea Sony INZONE una dopo l’altra è stato rivelatore. Non tanto per le specifiche tecniche, ma per il modo in cui ognuna cambia il nostro rapporto con il gioco.
Le H3? Essenziali, quasi retrò. Fanno quello che devono, ma niente di più. Le H5 sono pratiche, equilibrate, ma il fatto che manchi il Bluetooth e la cancellazione del rumore le rende adatte solo a chi ha esigenze semplici. Le H7 sono interessanti per l’autonomia record, il design total white e la connessione versatile. Ma poi… ci sono le H9.
Le H9 ci hanno fatto venire voglia di rigiocare titoli già finiti, solo per risentirli. La cancellazione del rumore ti porta davvero dentro, il Bluetooth ti apre ad altri usi, le luci LED sono una chicca, e l’audio… preciso, pieno, coinvolgente. Sì, costano di più. Ma quando le indossi, capisci dove sono finiti quei soldi.
Ecco, forse è questa la cosa che ci ha colpiti di più: le H9 non sono solo cuffie. Sono un’esperienza. Tutto qui.




