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Dreame X40 Ultra vs Roomba Combo 10 Max+: due visioni opposte della pulizia robotizzata

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Dreame X40 Ultra

Dreame X40 Ultra o Roomba combo 10 Max+

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differenze

Roomba combo 10 Max+

Roomba combo 10 Max+ o Dreame X40 Ultra

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Chi l’avrebbe detto che un giorno avremmo avuto robot che aspirano, lavano, si svuotano, si lavano da soli e si asciugano pure? Eppure eccoci qua, a mettere a confronto due dei modelli più chiacchierati del momento: Dreame X40 Ultra e Roomba Combo 10 Max+. Due nomi pesanti, due filosofie lontane, ma con lo stesso obiettivo: lasciarti con i pavimenti lucidi senza muovere un dito.

Uno arriva dalla scuola dell’intelligenza artificiale e dell’iper-automazione, l’altro porta il nome Roomba, che da anni è sinonimo di pulizia smart. Ma oggi, le regole del gioco sono cambiate.

Abbiamo vissuto con entrambi. Osservato come si muovono, come reagiscono agli ostacoli, quanto sporco riescono davvero a togliere. E soprattutto: quanto ti fanno dimenticare che esistono.

Sommario

Occhi puntati a terra: chi vede davvero cosa sta pulendo?

Dreame X40 Ultra vs Roomba combo 10 Max+ differenze

Appena accendiamo il Dreame X40 Ultra, capiamo subito che non stiamo parlando del solito robot con laser.

Telecamera RGB, LiDAR strutturato, algoritmo AI Action: lui non si limita a evitare, riconosce. Capisce se si tratta di un calzino, di una macchia di sugo o di una zona che ha bisogno di passate extra. Decide da solo cosa fare. E quasi sempre lo fa meglio di noi.

Il Roomba Combo 10 Max+ ci prova con una telecamera e tecnologia VSLAM. Ma servono luci accese, e spesso non riesce a distinguere bene tra un ostacolo e una semplice ombra. In confronto al Dreame, sembra un po’ miope.

Mop e asciugatura: lavare davvero o solo passarci sopra?

Qui la differenza è brutale.

Il Dreame X40 Ultra usa due mop rotanti, li lava con acqua calda fino a 60°C, li asciuga con aria calda dal basso e – attenzione – li stacca da solo quando non servono. Niente tappeti bagnati, niente cattivi odori, solo pad sempre pronti.

Il Roomba, invece, li solleva di qualche millimetro. Non li stacca, non li asciuga davvero. Dopo una sessione, sono ancora umidi il giorno dopo. E quell’odore? Sai già di cosa parlo.

Dreame non si limita a pulire: mantiene pulito anche se stesso.

La base: compatta ma intelligente o solo compatta?

Entrambe le basi occupano poco spazio. Ma dentro c’è un mondo diverso.

Quella del Dreame ha serbatoi verticali, dosaggio automatico del detergente, lavaggio e asciugatura integrata. Tu riempi l’acqua e lui fa tutto, compreso gestire quando e quanto sapone usare.

La base del Roomba sembra quella di 5 anni fa. Acqua e sporco vanno in orizzontale, il detergente devi premiscelarlo tu, e ogni operazione è più manuale. Non è un problema se ti piace avere il controllo, ma non è il futuro.

Forza bruta o efficienza intelligente?

Dreame X40 Ultra vs Roomba combo 10 Max+ confronto

Parliamo di aspirazione? Va bene.

Il Dreame tira fino a 12.000 Pascal. Una bestia. E ha spazzole e mop che si allungano per arrivare dove gli altri si fermano. Hai peli negli angoli? Spariti.

Il Roomba non dichiara la potenza, ma si difende. Le sue spazzole in silicone fanno il lavoro, ma non hanno la stessa precisione nei dettagli. E il mop è statico. Fa il suo, ma niente di più.

Uno pulisce tutto. L’altro pulisce abbastanza.

La mappa: chi ti fa sentire dentro casa?

Dreame ti mostra la casa in 3D. Riconosce i mobili, li disegna nella mappa, capisce dove sei e dove sta andando. Puoi programmare zone precise, evitare aree sensibili, vedere ogni movimento in tempo reale.

Il Roomba ti mostra una mappa. Punto. Semplificata, utile, ma poco personalizzabile. E spesso non capisci bene dove si trova il robot in quel momento.

Non è una questione estetica. È questione di controllo.

Intelligenza e navigazione: due livelli diversi

Dreame X40 Ultra vs Roomba combo 10 Max+ differenza

Il Dreame capisce dove si trova, cosa ha davanti e come comportarsi. Cambia strategia se incontra un tappeto, rallenta se c’è un ostacolo, ripassa se nota sporco ostinato.

Il Roomba, con la sola telecamera frontale, può inciampare. Funziona bene, ma è meno adattivo.

E quando la luce cala? Dreame continua a lavorare. Roomba… no.

App: una è un centro di comando, l’altra è un telecomando

L’app Dreame è piena di opzioni. Puoi scegliere ogni dettaglio: quanta acqua usare, quante passate, quale detergente, dove andare, a che ora, con quale potenza.

L’app Roomba è stabile, semplice, ma meno completa. Fai partire, scegli le stanze, fine.

Dreame ti fa sentire un regista. Roomba ti fa premere play.

Manutenzione: chi ti lascia davvero libero?

Il Dreame si svuota da solo, si lava i mop, li asciuga, li toglie quando serve, li rimette. Tu ti limiti a cambiare acqua ogni tanto.

Il Roomba sposta i mop sopra il robot. E basta. Poi devi lavarli, asciugarli, sperare che non puzzino.

Non è solo comodità. È tempo risparmiato. Ogni settimana.

Comandi vocali: entrambi parlano, ma uno capisce meglio

Dreame X40 Ultra vs Roomba combo 10 Max+ comparazione

Alexa e Google Assistant sono supportati su entrambi. Ma…

Dreame capisce dove si trova, sa dove vuoi che vada, e segue ordini più naturali. “Pulisci sotto il tavolo” non è più un comando vago.

Roomba esegue, ma in modo più rigido. Niente di male, ma niente di eccezionale.

Conclusione: uno vive nel 2025, l’altro nel 2020

Siamo partiti senza pregiudizi. Anzi, con una certa simpatia per Roomba. Ma la verità è chiara.

Il Dreame X40 Ultra è un robot che lavora davvero da solo. Vede, capisce, decide, agisce. E lo fa con una potenza che lascia poco dietro. La base è un centro autonomo. L’app un pannello di controllo completo. È come avere un piccolo maggiordomo robotico in casa.

Il Roomba Combo 10 Max+ è solido, affidabile, ben costruito. Ma sembra sempre un passo indietro. Le soluzioni sono intelligenti, ma non rivoluzionarie. L’esperienza d’uso è comoda, ma non sorprendente.

Se vuoi davvero dimenticarti della pulizia di casa, il Dreame X40 Ultra è l’unica scelta sensata. E quando lo provi, non torni più indietro.