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Meta Quest 3 vs Pico 4 Ultra: il confronto definitivo tra i visori VR di fascia media

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Meta Quest 3

Meta Quest 3 o Pico 4 Ultra

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differenze

Pico 4 Ultra

Pico 4 Ultra o Meta Quest 3

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vs

Lo diciamo subito: scegliere un visore VR oggi non è più solo questione di specifiche. È come prendere una nuova console, uno smartphone, un compagno di viaggio digitale. E se ci siamo ritrovati a mettere Meta Quest 3 e Pico 4 Ultra uno di fronte all’altro, è perché rappresentano due filosofie molto diverse. Entrambi potentissimi, entrambi standalone, entrambi con il futuro in testa. Ma uno dei due è già pronto. L’altro… quasi.

Abbiamo passato ore in realtà virtuale e mista, giocato, esplorato, testato app, fatte sessioni di fitness, fatto volare oggetti nello spazio e scattato foto con controller in mano. Il verdetto non arriva solo dai numeri, ma da come ci siamo sentiti dentro il visore.

Spoiler? Non è il più potente a vincere. Ma è quello più intelligente.

Sommario

Specifiche tecniche: la potenza non basta da sola

Meta Quest 3 vs Pico 4 Ultra differenze

Su carta, il Pico 4 Ultra sembra avere il colpo in canna. Più RAM, più memoria interna, e una risoluzione per occhio leggermente superiore. 12 GB di RAM contro 8, 256 GB di spazio contro 128, 2.160 x 2.160 pixel contro 2.064 x 2.208. Fa effetto, vero?

Peccato che, poi, lo accendi e… il Quest 3 gira tutto meglio. Perché? Perché ha un refresh rate che arriva a 120 Hz, e un sistema operativo – HorizonOS – ottimizzato in modo maniacale. Il Pico si ferma a 90 Hz. E 90 Hz in VR oggi iniziano a farsi sentire.

Il campo visivo di Meta è anche più ampio: 110 gradi orizzontali, contro i 105 del Pico. Non sono numeri da urlo, ma in pratica, ti senti un po’ più dentro l’ambiente virtuale.

Qualità visiva: definizione o fluidità?

Entrambi usano pannelli LCD ad alta risoluzione. Ma la resa cambia parecchio.

Il Pico ha un’immagine nitidissima, soprattutto nei contenuti in passthrough. Ma ai bordi l’immagine si deforma leggermente. E nei movimenti rapidi si nota la minore fluidità.

Il Quest 3 invece è più uniforme. Meno pixel percepiti, forse. Ma meglio contrastati, più morbidi, più “cinematografici”. Non è solo una questione di densità: è come viene gestita quella densità.

Nessuno dei due ti dà l’illusione di realtà aumentata pura. Ma se cerchi equilibrio e comfort visivo, Meta vince senza nemmeno farlo apposta.

Realtà mista: chi ti mette meglio dentro il mondo?

Meta Quest 3 vs Pico 4 Ultra confronto

Siamo sinceri: il Pico 4 Ultra ha un passthrough migliore. Le sue due fotocamere da 32 MP rendono meglio la profondità, i contorni, la luminosità.

Ma poi inizi a usare app MR e capisci che Meta ha fatto i compiti: la stabilità è superiore, i contenuti sono ottimizzati, la mappatura dell’ambiente è fluida. Anche se l’immagine è meno brillante, l’esperienza è più credibile.

Pico dà la sensazione di un grande prototipo, Meta sembra già alla seconda stagione di una serie ben scritta.

Libreria di contenuti: qui non c’è gara

Una parola: Beat Saber.

Due parole: Assassin’s Creed Nexus.

Tre parole: Batman: Arkham Shadow.

Meta ha un ecosistema che funziona. App, giochi, servizi cloud, collegamento a Xbox Cloud Gaming, titoli VR nativi pensati per far esplodere l’esperienza.

Pico ci prova. Ma non ce la fa. Qualche esperienza carina, sì. Ma niente di esclusivo, niente che ti faccia dire “wow, lo voglio per quello.” TikTok VR? Interessante, ma quanto ci passerai davvero?

Tracciamento e accessori: Pico sorprende, ma è un vantaggio fragile

Meta Quest 3 vs Pico 4 Ultra differenza

Sì, il Pico 4 Ultra ha il tracciamento dei piedi. E funziona anche bene. Due sensori opzionali, che ti danno un full body tracking preciso in alcune esperienze.

Ma quante app li usano davvero? Quante li useranno tra un anno?

Meta non ha (ancora) un sistema ufficiale simile. Ma il tracking delle mani, della testa e del viso funziona benissimo già così. E la compatibilità con app di terze parti è molto più ampia.

E poi c’è il dettaglio inutile ma divertente: la fotocamera del Pico per scattare foto spaziali. Ok. Ma chi le guarda davvero?

Sistema operativo: HorizonOS è un altro pianeta

Qui Meta gioca in casa. HorizonOS è fluido, ordinato, aggiornato. Ti guida, ti assiste, ti sorprende.

Pico OS è migliorato, ma sembra ancora un po’ confuso. Meno app, meno coerenza, meno frequenza di aggiornamenti.

L’esperienza d’uso? Meta ti fa dimenticare che stai usando un visore. Pico ti ricorda ogni tanto che sei in beta.

Comfort: uno si indossa, l’altro si sopporta

Quest 3 pesa 515 grammi. Pico 4 Ultra arriva a 580. Non sembra tanto, ma in VR lo senti. Il peso frontale del Pico stanca prima, ti fa aggiustare la cinghia, cercare il punto giusto.

Meta è più bilanciato, più neutro, più comodo anche per chi ha la testa grande, piccola, strana. Semplicemente: ti dimentichi di averlo addosso.

Autonomia e prestazioni: un visore che regge

Meta Quest 3 vs Pico 4 Ultra comparazione

Entrambi durano circa 2-3 ore. Ma il Quest 3 consuma meno, scalda meno, gira meglio. L’ottimizzazione software fa miracoli.

Il Pico, con tutta quella RAM e quella risoluzione, a volte si inceppa. Si surriscalda un po’. Non rovina l’esperienza, ma la rallenta.

Conclusione: Meta Quest 3 è la scelta giusta. Non solo oggi, anche domani

Ci siamo divertiti con entrambi. Abbiamo scoperto cose nuove, esplorato mondi, lanciato frecce, suonato tamburi, disegnato nello spazio. Ma alla fine, solo uno dei due ci ha convinto a restare lì dentro un’ora in più.

Il Meta Quest 3 è semplicemente più completo. Più fluido, più supportato, più ricco. Non è solo un visore. È un sistema che funziona.

Il Pico 4 Ultra? È promettente. Interessante. Ma non ancora pronto per essere il centro della tua esperienza VR. Forse tra un anno. Forse.

Oggi, se vuoi entrare nella VR e restarci, scegli il Meta Quest 3. Punto.