Non è più solo una questione di aspirare briciole. O di passare un panno umido sotto al tavolo. I nuovi robot aspirapolvere di fascia alta sono diventati delle vere centrali domestiche, capaci di gestirsi da soli. Ed è lì che entrano in gioco due colossi del settore: Roborock S8 MaxV Ultra e Dreame X40 Ultra. Due macchine nate per chi non vuole più toccare nulla. Non svuotare, non pulire, non ricaricare. Solo guardare, e al massimo premere un pulsante.
Ma quando due dispositivi sembrano così simili, serve scendere nei dettagli. Perché se entrambi si collegano al rubinetto, se entrambi aspirano e lavano, se entrambi sembrano invincibili… allora è il momento di vedere chi lo fa davvero meglio.
Potenza e struttura: chi aspira più a fondo?
Sì, i numeri parlano. Il Dreame X40 Ultra dichiara 12.000 Pascal, una potenza che al momento non ha rivali. E non è solo teoria: nei test su polvere pesante, briciole grandi, peli sparsi sul tappeto, si è mangiato tutto senza sforzo.
Il Roborock S8 MaxV Ultra risponde con 10.000 Pascal e un doppio rullo. È un sistema raffinato, e su carta più avanzato. Ma nella realtà raccoglie meno peli di animale, con oltre la metà che resta impigliata. Il Dreame si ferma al 26%.
Entrambi hanno spazzole laterali estensibili, e in ambienti pieni di angoli o vicino ai battiscopa, la copertura è praticamente identica. Ma il cuore del motore resta più potente quello del Dreame.
Tappeti? Dreame vince ancora
Se hai tappeti spessi, lunghi, intricati… dimentica il Roborock. O meglio: non è che non funzioni, ma il Dreame pulisce più in profondità. Nella sabbia incastrata tra le fibre, il Dreame ha tirato fuori più sporco.
Il suo sistema regola automaticamente la potenza, spingendo al massimo dove serve, e se hai casa piena di tappeti, la differenza si vede a occhio.
Mop: Vibra o ruota?
Il sistema VibraRise del Roborock è elegante. Vibra, si alza, evita i tappeti da solo, regola la pressione. È uno dei migliori in assoluto… fino a quando non lo metti vicino al Dreame.
Perché il Dreame usa due mop rotanti con estensione automatica. Si allungano per lavare i bordi, girano in senso opposto per strizzare, lavano a 60°C e poi asciugano con aria calda. E il sensore di acqua sporca decide da solo quando serve un ciclo extra.
In breve: se cerchi una pulizia umida potente e profonda, Dreame batte VibraRise. Di poco, ma lo fa.
Base: chi si gestisce meglio?
Siamo arrivati al cuore del concetto “plumbot”: una base che fa tutto da sola. E qui entrambi i modelli brillano. Svuotano la polvere, lavano i mop, li asciugano, caricano l’acqua, scaricano quella sporca.
Ma ci sono differenze. Il Roborock aggiunge un dosatore automatico di detergente. Vuoi lavare con sapone? Non devi nemmeno pensarci. Lui lo dosa da solo. Questa è una funzione che il Dreame non ha.
In compenso, la base del Dreame è più lunga e si incassa meglio sotto ai mobili. Quella del Roborock è più alta e compatta, e sta meglio contro una parete. Questione di spazio, estetica, e gusto personale.
Navigazione: il Dreame vede di più
Entrambi mappano con LiDAR e fotocamera. Entrambi evitano ostacoli. Ma qui arriva il colpo grosso: il Dreame riconosce fino a 120 oggetti diversi. Il Roborock si ferma a 73. Cavi, calzini, ciotole per animali, giochi dei bambini… il Dreame ci gira attorno come un ballerino.
In case con animali, bambini o semplicemente tanta vita vissuta, questo fa tutta la differenza del mondo.
App e funzioni smart: complete, ma Roborock ha una sorpresa
Gestione mappa, potenza, percorsi, zone off, piani multipli: sono tutte cose che fanno benissimo entrambi. Ma il Roborock ne ha una che ti lascia a bocca aperta.
La videocamera frontale ti permette di fare videochiamate, vedere la casa da remoto, seguire il cane che gira. È un assistente mobile, non solo un aspirapolvere. E se ti serve anche questo tipo di controllo, è una funzione unica.
In più, ha l’assistente vocale integrato. Puoi dirgli “pulisci sotto il tavolo” e lui lo fa. Il Dreame si affida ad Alexa e Google Assistant, che funzionano bene, ma non è proprio la stessa cosa.
Autonomia: meno pause, più superfici
Batterie simili, ma risultati diversi. Il Dreame, con una sola carica, copre quasi 2.600 piedi quadrati. Il Roborock si ferma a 1.489. Non è una gara di numeri, ma in case grandi, vuol dire meno interruzioni, meno pause di ricarica, più efficienza.
In modalità standard, entrambi fanno circa 180 minuti. Ma il Dreame è più intelligente nel gestire i consumi.
Integrazione idraulica: parità tecnica
Entrambi si collegano alla rete idrica. Forniscono kit completi, tubi, valvole, raccordi. L’installazione è simile, e non richiede interventi professionali se sei minimamente pratico. Puoi farlo vicino al lavandino, alla lavatrice, o a un wc di servizio.
Su questo punto, non ci sono differenze rilevanti.
Funzioni extra: Roborock punta sull’ecosistema
Oltre alla videocamera e al dosatore di detergente, il Roborock ti offre anche un piccolo vantaggio per chi ha già altri dispositivi dello stesso marchio. L’integrazione con l’ecosistema è più avanzata, e puoi coordinare più robot o dispositivi da un’unica interfaccia.
Ma tolto questo, Dreame è perfettamente autonomo e smart. E il suo software sta migliorando a vista d’occhio.
Conclusione: Dreame X40 Ultra è il nuovo punto di riferimento
Lo abbiamo usato, testato, analizzato. E alla fine, la scelta è chiara.
Dreame X40 Ultra vince. Più potenza, pulizia più profonda, gestione dei tappeti superiore, navigazione più intelligente, autonomia maggiore. E anche il lavaggio? Più efficace, più caldo, più completo.
Roborock S8 MaxV Ultra è un concorrente di livello. Ha dettagli smart che non passano inosservati. Il dosatore, la videocamera, il suo software maturo… sono veri punti di forza. Ma nell’uso quotidiano, il Dreame è quello che ti fa dimenticare davvero di avere un robot in casa.
È più silenzioso, più intelligente, più efficiente. E soprattutto, più indipendente.
Il futuro della pulizia automatica oggi ha un nome. Si chiama Dreame X40 Ultra. Fine della sfida.