Hai mai desiderato tornare a casa dopo una giornata intensa e trovarla non solo pulita, ma lucidata come se ci avessi passato ore con straccio e secchio? Non stiamo parlando di sogni a occhi aperti, ma di cosa sono capaci i nuovi robot aspirapolvere di fascia alta, come Roborock Saros 10 e Dreame X50. Sì, sono grossi, pesanti e sembrano dei mini server ambulanti. Ma quando li vedi all’opera, ti rendi conto che siamo entrati in una nuova era della pulizia automatica.
Li abbiamo messi alla prova, non su un parquet perfetto da showroom, ma in un appartamento normale, con soglie, tappeti, sedie e macchie di caffè incrostate. E se pensi che siano tutti uguali perché fanno rumore e si muovono da soli, ti sbagli di grosso. La differenza sta nei dettagli: come trattano lo sporco, come gestiscono gli ostacoli, quanto si fanno sentire e quanto si fanno dimenticare.
Ecco tutto quello che devi sapere se stai decidendo quale portarti a casa.
Mop vibrante o rotante? Due scuole di pensiero a confronto
Se ti aspetti che questi due gioielli si limitino a passare il mocio bagnato, sei fuori strada.
Il Roborock Saros 10 usa un mop a vibrazione sonica, che si muove in micro-impulsi ad alta frequenza per sciogliere lo sporco più ostinato. È come avere un mini-pulitore a ultrasuoni sotto il robot. E quando incontra un tappeto? Solleva il mop, evita disastri e continua ad aspirare come nulla fosse.
Il Dreame X50 invece punta sulla forza bruta, con due mop rotanti ad alta velocità. Li vedi girare come dischi di pulizia industriale, e quando lo sporco è sparso ma non troppo incrostato, fanno un lavoro uniforme e profondo. Anche qui c’è il sollevamento automatico, ma il feeling è diverso: più meccanico, meno preciso.
Entrambi mantengono umidi i mop durante tutto il ciclo, grazie ai serbatoi integrati e ai sensori che regolano l’acqua in base allo sporco. Ma quando serve una seconda passata? Il Roborock è quello che prende l’iniziativa.
Aspirazione: un rullo centrale contro la coppia di Dreame
Qui si entra nel cuore della questione: quanto puliscono davvero?
Il Saros 10 si affida a una spazzola centrale divisa, progettata per convogliare i detriti verso l’interno. La pulizia dei tappeti è sorprendentemente efficace, e i capelli lunghi non si arrotolano come accade con altri modelli.
Il Dreame X50 va sull’innovazione: due rulli in parallelo, progettati per spingere lo sporco verso il centro e catturare anche i peli degli animali. È perfetto per chi ha cani o gatti, anche se tende ad accumulare più materiale ai bordi del sistema di aspirazione.
In entrambi i casi, le spazzole laterali sono estendibili, e riescono ad arrivare bene negli angoli. Ma il Saros 10, grazie alla sua conformazione più bassa, entra in posti dove il Dreame fatica anche solo a infilarsi.
Le basi: non solo ricarica, ma un mini-autolavaggio in casa
Una volta finito il giro, dove vanno a rifugiarsi? Nella loro centrale operativa personale.
Il Saros 10 ha una base che sembra un hub di controllo. Aspira la polvere, lava il mop con una spazzola rotante e asciuga tutto con aria calda, regolata in base all’umidità residua.
Il Dreame X50 non è da meno, ma lava i suoi mop rotanti in una vaschetta dedicata, sfruttando il movimento opposto dei dischi. Funziona, ma il risultato è un po’ meno raffinato.
Entrambi monitorano la qualità dell’acqua, e se quella sporca supera certi limiti, ripetono il lavaggio in automatico. Ma il Roborock, ancora una volta, ci è sembrato più veloce e preciso nel ciclo completo.
Navigazione: l’occhio LiDAR non mente mai
Entrambi montano un sistema LiDAR retrattile, ma c’è una differenza fondamentale: il Saros 10 ha il sensore dietro, che può abbassarsi e ridurre l’altezza complessiva a 3,14 pollici. Un dettaglio che cambia tutto se hai mobili bassi.
Il Dreame X50 ha il LiDAR davanti, e quando si abbassa arriva a 3,5 pollici. Poco, vero? Ma in certi spazi stretti, quei millimetri contano. Soprattutto se hai divani o credenze basse.
Entrambi mappano gli ambienti in tempo reale, riconoscono ostacoli, fanno foto degli oggetti e inviano aggiornamenti in app. E sì, possono essere usati come mini robot di sorveglianza, inviando streaming video direttamente al telefono.
Chi vince contro le soglie? Uno si alza, l’altro spinge
Qui la sfida è inaspettata. Il Dreame X50 sfodera due “bracci robotici” che si estendono per superare soglie fino a 2,36 pollici. È una trovata ingegnosa, che gli consente di muoversi anche su tappeti spessi o passaggi complicati.
Il Saros 10 fa le cose in modo più “elegante”: solleva il corpo e il ruotino, adatta l’angolo d’attacco e spesso riesce a superare ostacoli più bassi senza bisogno di trucchi meccanici.
Se hai un appartamento con pavimenti omogenei, Roborock vince per fluidità. Se invece hai molte soglie, scale o tappeti altissimi, Dreame ha un’arma in più.
L’app: comandi precisi, mappe interattive, notifiche utili
Usare questi robot senza app è come avere una Ferrari e lasciarla in garage.
L’app di Roborock è un piacere da usare: interfaccia pulita, mappa interattiva, programmazione intelligente. Puoi scegliere zone, orari, potenza, quantità d’acqua, passate multiple. E puoi vedere in tempo reale dove si trova il robot e cosa sta facendo.
Dreame offre un’interfaccia simile, ma con un tocco più tecnico. Puoi gestire fino a tre piani, salvare mappe, regolare tutto al dettaglio. Ma l’esperienza è un filo più “meccanica”, meno immediata.
Intelligenza artificiale e superfici: chi capisce meglio la casa?
Tutti e due sanno riconoscere tappeti, alzano i mop automaticamente e aumentano la potenza quando serve. Ma c’è una differenza importante.
Il Saros 10 impara nel tempo. Il suo algoritmo migliora il riconoscimento delle superfici, capisce come trattare ogni zona e regola il comportamento in modo adattivo.
Il Dreame X50 invece affina il tocco grazie a un sensore di pressione. È preciso, ma meno evolutivo. Funziona bene su tappeti spessi, ma ha meno “memoria storica”.
Rumore e fluidità: meno fastidio, più pulizia
Se stai cercando il silenzio assoluto, be’, sei nel posto sbagliato. Ma ci sono differenze.
Il Saros 10 vibra leggermente quando entra in modalità lavaggio intenso. È un rumore secco, ritmico, ma niente di fastidioso. Il resto del tempo è silenzioso, preciso, quasi elegante.
Il Dreame X50 è più “meccanico” nel suono. Le spazzole rotanti si sentono, soprattutto su superfici dure. Ma mai sopra i 70 decibel, anche al massimo. Insomma, ci puoi convivere tranquillamente.
Manutenzione: quanto ti chiede in cambio?
La manutenzione non è un problema. Entrambi ti avvisano via app quando è ora di svuotare, pulire, sostituire.
Il Saros 10 ha accessi rapidissimi ai componenti, i mop si staccano in un secondo, il sacchetto della polvere si cambia senza toccare nulla. È pensato per chi vuole fare il minimo.
Anche Dreame ha un sistema snello, ma richiede qualche passaggio in più. E le doppie spazzole vanno pulite con attenzione, soprattutto se hai molti peli in giro.
Conclusione: Roborock Saros 10 è la scelta che non delude
All’inizio sembravano simili. Ma usandoli ogni giorno, le differenze emergono chiare.
Il Roborock Saros 10 è più intelligente, più discreto, più adattabile. Si infila sotto i mobili, pulisce con precisione quasi chirurgica, si svuota, si lava e si asciuga da solo senza mai chiedere nulla.
Il Dreame X50 è potente, stabile, affidabile. Ma un po’ più goffo, meno raffinato. Più macchina da guerra che maggiordomo.
Se vuoi il miglior robot aspirapolvere del momento, quello che può davvero cambiare il modo in cui gestisci la casa… non ci sono dubbi. Il Saros 10 è la scelta da fare. Fine del duello.