A volte capita di voler solo spegnere tutto, mettere le cuffie e isolarsi. Che sia per lavoro, per un volo lungo o semplicemente per staccare la spina. Ma quando arriva il momento di scegliere il modello giusto, la faccenda si complica. Ci siamo trovati davanti a due filosofie opposte: da una parte le Sony WH-1000XM4, simbolo di controllo e raffinatezza, dall’altra le nuove Sony ULT Wear, con il loro spirito più diretto, fisico, bass-heavy. È come confrontare un vino d’annata con un cocktail esplosivo. Entrambi soddisfano, ma in modo molto diverso.
A colpirci subito è stato il contrasto tra la precisione e la pacatezza delle XM4 e l’approccio senza mezze misure delle ULT Wear, costruite attorno alla potenza delle basse frequenze. Le abbiamo indossate, testate in metropolitana, durante le call, perfino in un bar pieno. Abbiamo giocato con le impostazioni, ascoltato generi diversi, alternato podcast e colonne sonore. Ora sappiamo dirti dove brillano davvero — e dove invece arrancano.
In questa analisi, mettiamo fianco a fianco queste due cuffie wireless over-ear per capire quale delle due vale la pena scegliere oggi. E no, non saranno i soliti “dipende”. Perché qui le differenze si sentono eccome.
Estetica e materiali: due stili che non potrebbero essere più lontani

Appena tirate fuori dalla custodia, le WH-1000XM4 danno quella sensazione di oggetto curato in ogni dettaglio. La scocca opaca, le cerniere pieghevoli, l’assenza di scricchiolii e il comfort dei padiglioni parlano di anni di rifiniture. Sono cuffie che non urlano, ma si fanno notare da chi sa cosa sta cercando. Piacciono a chi ama l’eleganza funzionale, senza fronzoli.
Le ULT Wear, invece, fanno di tutto per farsi notare. Sono più massicce, con dettagli visivi accentuati e una struttura che sembra quasi voler dire “spostati, arrivo io”. Hanno un design giovane, muscolare, forse un po’ sopra le righe per qualcuno. Eppure, non mancano di una certa coerenza: quel tasto fisico per attivare le modalità audio, ad esempio, è una di quelle idee che ci piacerebbe vedere più spesso.
Le WH-1000XM4 sono più compatte e si infilano ovunque senza fatica, mentre le ULT Wear, pur essendo anch’esse pieghevoli, occupano più spazio e pesano di più. E sì, quando sono addosso, questo lo si sente.
Un suono, due anime: analitica o sensoriale?
Questo è il punto dove tutto cambia. Le WH-1000XM4 sono come una stanza silenziosa in cui ogni suono ha spazio per respirare. Gli alti sono ben definiti, le voci calde e i bassi presenti ma discreti, come un accompagnamento e non un assolo. Se ascolti jazz, musica acustica, o se fai attenzione ai dettagli, qui ti sentirai a casa.
Le ULT Wear vanno dritte al punto. Qui i bassi prendono il centro della scena, rimbombano, si fanno sentire nel petto e non solo nelle orecchie. Se attivi la modalità ULT2 ti sembra di essere in un club, anche se sei sul divano. Le voci si fanno più distanti, i dettagli più sfumati, ma tutto acquista volume ed energia.
Non è una questione di meglio o peggio. È che le WH-1000XM4 vogliono accompagnarti, le ULT Wear vogliono travolgerti. E ogni scelta porta con sé dei compromessi.
Rumore? Cancellato. Ma in modi diversi

Sony con le WH-1000XM4 ha fatto scuola nella cancellazione attiva. I rumori di fondo vengono soppressi con una precisione quasi chirurgica, soprattutto quelli a bassa frequenza come il rombo del motore o l’aria condizionata. È un silenzio che non pesa, anzi: avvolge. Piace a chi ha bisogno di concentrazione o vuole immergersi nella musica.
Le ULT Wear sono più aggressive con i suoni urbani. Tagliano meglio le voci, i rumori improvvisi, il caos di un bar affollato, mentre lasciano passare un po’ di vibrazione di fondo. Questo le rende forse più adatte a un uso quotidiano dinamico, ma meno efficaci in ambienti statici come un aereo.
Entrambe funzionano bene, ma con priorità diverse. Le XM4 vincono sulle basse continue, le ULT Wear sulle medie e alte intermittenti.
Modalità ambient: conversazioni più o meno ovattate
Chiunque abbia provato a parlare con le cuffie addosso sa che serve una buona modalità ambient. Quella delle WH-1000XM4 è onesta, efficace, ma… un po’ distante. I suoni esterni arrivano filtrati, con una sensazione leggermente artificiale. È utile, ma non sempre naturale.
Con le ULT Wear, invece, le voci arrivano nitide, come se le cuffie sparissero. Puoi ordinare un caffè, ascoltare un annuncio in stazione o chiacchierare senza nemmeno toccarle. È uno di quei casi in cui la tecnologia più recente fa la differenza. Sembra quasi una finestra aperta sul mondo esterno.
Se sei spesso in movimento, questa chiarezza può diventare una vera comodità quotidiana.
Microfoni: la voce resta chiara, con entrambe

La verità? In condizioni normali, entrambi i modelli si comportano bene. La voce arriva chiara, con un timbro naturale, senza artefatti evidenti. Ma è nel casino che si nota la differenza.
Le WH-1000XM4 mantengono un buon equilibrio tra riduzione dei rumori e chiarezza vocale. Anche con un traffico pesante o un ventilatore acceso, riescono a far passare la tua voce con buona intelligibilità. Le ULT Wear, sorprendentemente, tengono il passo. Non le avremmo immaginate così capaci, ma anche in presenza di vento o rumori urbani, la voce non si perde mai del tutto.
Per call, riunioni o messaggi vocali, puoi contare su entrambe senza problemi.
Codec e qualità audio: questione di finezza
Qui entrano in gioco dettagli che interessano più ai puristi che all’ascoltatore casuale. Le WH-1000XM4 supportano LDAC anche con più dispositivi collegati. Questo significa poter ascoltare audio ad alta definizione senza rinunciare alla praticità del multipoint. È un piccolo lusso, ma che si fa sentire.
In più, hanno il DSEE Extreme: un algoritmo che ricostruisce le frequenze perse nei file compressi, rendendo la musica più piena e tridimensionale. Se usi Spotify o YouTube, potresti notare una differenza.
Le ULT Wear fanno il loro, ma si fermano prima. Non supportano LDAC in multipoint, e l’upscaling è meno efficace. Nulla che rovini l’esperienza se ascolti musica pop o dance, ma se ami i dettagli… potresti sentirne la mancanza.
Comfort: millimetri che cambiano tutto

Le differenze non sembrano enormi, ma dopo un paio d’ore si notano eccome. Le WH-1000XM4 sono leggere, ben distribuite, quasi invisibili una volta indossate. I cuscinetti sono soffici, la pressione laterale è minima, tutto sembra studiato per sparire.
Le ULT Wear stringono un po’ di più. Sono più grandi, coprono meglio, ma si fanno sentire di più sui lati della testa. Non è fastidio, ma una presenza costante. E anche il peso superiore, seppur ben distribuito, si fa notare col passare del tempo.
Chi ha orecchie più grandi o vuole una vestibilità più “ferma” potrebbe preferirle. Ma se passi ore in cuffia ogni giorno, le WH-1000XM4 regalano quel comfort discreto che fa la differenza.
Conclusione: WH-1000XM4 resta la scelta più equilibrata
Non ci aspettavamo questa sensazione, ma a fine confronto ci siamo trovati a pensare: le ULT Wear sono piene di energia, sì, ma le WH-1000XM4 danno un piacere più profondo, più costante. È come scegliere tra un’esplosione di sapore e una cena perfettamente bilanciata. Entrambe lasciano il segno, ma in modo diverso.
La verità? Le ULT Wear colpiscono duro, ma non sempre colpiscono giusto. I bassi sono impressionanti, ma tendono a coprire tutto il resto. E anche se il design è accattivante, la sensazione di ingombro e il peso si fanno sentire. Sono cuffie che ti prendono, ma non sempre ti accompagnano.
Le WH-1000XM4, invece, continuano a convincere per il loro equilibrio, la loro leggerezza e la qualità audio che non ha bisogno di urlare. Non hanno bisogno di effetti speciali per farsi apprezzare, perché ogni dettaglio è al posto giusto. E anche se sono uscite da qualche anno, danno ancora filo da torcere a molte rivali moderne.
Forse nel 2025 c’è voglia di cambiamento, ma noi restiamo legati a quella sobrietà che le WH-1000XM4 sanno ancora offrire. Perché alla fine, quando le luci si spengono e parte la musica, quello che cerchiamo è solo un po’ di silenzio, di chiarezza, di bellezza. E loro, sì, ce la danno.


