Non serve spendere una fortuna per avere uno smartwatch che funzioni davvero in ogni situazione. Basta trovare il modello giusto, quello che riesce a essere sottile al polso ma ricco dentro. E quando abbiamo messo a confronto il nuovo Huawei Watch Fit 3 con il Redmi Watch 5, ci siamo resi conto che stavamo osservando due visioni opposte dello stesso concetto.
Sulla carta sembrano simili: display AMOLED, GPS integrato, microfono, speaker, mille modalità sportive. Ma è nell’uso quotidiano che cominciano a spuntare i veri contrasti. E se da un lato il Redmi cerca di impressionare con un display enorme e un’autonomia da record, dall’altro il Fit 3 costruisce silenziosamente un’esperienza più profonda, più completa, più intelligente.
Due modelli validi, sì, ma non intercambiabili. E alla fine, la differenza la fa proprio quello che non si vede subito.
Design sottile o schermo maxi? Due scelte, due sensazioni

Non tutti vogliono un orologio che occupi mezzo avambraccio. Il Redmi Watch 5 ha un display AMOLED da 2,02 pollici, grande, luminoso, visibilissimo sotto il sole. Ma non è per tutti: chi ha il polso sottile potrebbe trovarlo invadente, e anche nei movimenti più rapidi lo si sente.
Il Watch Fit 3 sceglie una strada più elegante. Display da 1,82 pollici, forma compatta e spessore ridotto, per un peso che quasi non si sente. Sta bene addosso anche tutto il giorno, anche di notte, anche durante una sessione HIIT. E in più, ha un secondo tasto fisico che ti evita mille swipe per fare le cose semplici.
Entrambi hanno cornici in alluminio e una corona girevole, ma il Fit 3 si muove meglio tra estetica e funzionalità. Uno sembra grande per stupire, l’altro sembra piccolo per accompagnarti meglio.
Interfaccia e sistema: la semplicità non basta
Quando si tratta di interazione, il Redmi punta su HyperOS, un sistema fluido, ben disegnato, con buone animazioni e una certa cura nei dettagli. Puoi caricare musica, ascoltarla via auricolari, ricevere notifiche. Ma… puoi solo guardarle. Niente risposte rapide, niente emoji. Ti arrivano, scorri, e fine.
Il Fit 3, invece, risponde. Con testi predefiniti, emoji, e perfino con un tocco più veloce nel passaggio tra notifiche, sport e widget. Il software di Huawei Health è meno appariscente, ma più solido, più ricco, più pensato per accompagnarti anche nell’allenamento vero.
E mentre il Redmi ti tiene compagnia, il Fit 3 ti conosce, ti analizza, ti corregge. E non ti serve nemmeno lo smartphone per capirlo.
Chiamate e musica: chi sa cavarsela da solo

In questo punto il Redmi prende un vantaggio chiaro. Ha memoria interna per caricare musica, puoi ascoltarla direttamente dal polso, con o senza cuffie. Un’opzione comoda per chi corre leggero o non vuole portarsi dietro lo smartphone.
Anche il Fit 3 ha speaker e microfono, puoi rispondere alle chiamate Bluetooth, ma la musica resta legata al telefono. Non puoi caricare nulla direttamente sull’orologio. E se sei uno di quelli che ama correre con solo lo smartwatch e le cuffiette… ti mancherà.
Diciamo che il Redmi punta di più sulla libertà multimediale, il Fit 3 sulla connessione funzionale. Due approcci. Dipende da cosa cerchi davvero.
Allenamenti: differenza che si sente nel tempo
Ora entriamo nel vivo. Tutti e due hanno GPS dual-band, ottimo segnale e tracciamenti precisi. Ma il modo in cui ti seguono durante l’allenamento cambia tutto.
Il Redmi ti dice quanto hai corso, quanto hai consumato, a che ritmo. Fine. È preciso, ma piuttosto “piatto”.
Il Fit 3, invece, ti spiega come stai andando. Ti mostra il VO2 Max, ti dà feedback sul carico di allenamento, ti propone esercizi animati sullo schermo. E se usi una fascia cardio o un sensore esterno? Puoi abbinarli. Il Redmi no.
Per chi si allena regolarmente, la differenza tra dati e analisi è fondamentale. E su questo, Huawei vince a mani basse.
Navigazione e percorsi: solo uno ti guida davvero

Parliamoci chiaro: il Redmi Watch 5 ha il GPS ma non ha la gestione dei percorsi. Vuol dire che puoi registrare dove stai andando, ma non puoi caricare una traccia, seguire un sentiero, o controllare un’altimetria.
Il Fit 3 invece sì. Carichi un file GPX, lo segui in tempo reale, con indicazioni chiare e gestione dei punti chiave. Se fai trekking, corsa in montagna o bici su percorsi sconosciuti, questa è la funzione che cambia tutto.
Non servono mappe offline per sentirsi guidati. Basta poter sapere cosa c’è dietro la curva. E il Watch Fit 3 questo lo fa.
Misurazioni salute: differenze che contano
Frequenza cardiaca, SpO2, stress, ciclo, sonno. Entrambi fanno il loro lavoro, ma il modo in cui lo fanno è diverso.
Il Redmi misura bene, ma non ti spiega molto. Il Fit 3 usa algoritmi più avanzati, offre un’analisi più approfondita del sonno, rileva meglio le fasi REM, e ti dà anche consigli su come migliorare la qualità del riposo.
E c’è un’altra cosa: puoi collegare fasce cardio Bluetooth per avere dati ancora più precisi. Il Redmi non supporta accessori esterni. E se ti alleni ad alta intensità o vuoi misurazioni professionali, è un limite serio.
Autonomia: qui il Redmi risponde forte
Non ci sono dubbi: l’autonomia del Redmi Watch 5 è incredibile. Con uso misto si arriva anche a 20 giorni, se non tocchi troppo GPS e Always On. Una vera garanzia per chi odia caricare ogni notte.
Il Fit 3 arriva a circa 10-14 giorni, dipende da quanto lo spremi. Non è poco, anzi. Ma il Redmi qui fa meglio. E chi viaggia spesso, o semplicemente vuole dimenticare il caricabatterie, lo apprezza.
Funzioni assenti e limiti: chi rinuncia a cosa?

Il Redmi ha eliminato il supporto ai pagamenti NFC e l’assistente vocale Alexa, che erano presenti nei modelli Lite. Un passo indietro. E anche se la memoria musicale è un plus, il resto delle funzioni smart è limitato.
Il Fit 3 ha la sezione NFC, ma non funziona ancora in Italia. Niente pagamenti, niente assistenti vocali. Ma ha un ecosistema più maturo, e soprattutto risposte rapide alle notifiche — una cosa che, dopo un po’, diventa fondamentale.
In più, con iPhone entrambi perdono funzioni. La musica non si carica, le notifiche sono limitate. Ma almeno su Android, il Fit 3 sfrutta meglio le potenzialità.
Conclusione: Huawei Watch Fit 3 è quello che resta
Ci aspettavamo un confronto equilibrato, e invece ci siamo trovati davanti a una realtà chiara. Il Redmi Watch 5 è potente su carta, ma si perde in troppe piccole assenze. Fa bene alcune cose — il display, l’autonomia, la musica — ma quando lo usi ogni giorno, ti accorgi che qualcosa manca sempre.
Il Huawei Watch Fit 3, invece, è solido, coerente, completo. Ogni funzione ha un senso. Ogni scelta è fatta per accompagnarti, non solo per stupirti. Ti segue nello sport, nella salute, nelle notifiche, nella vita quotidiana. Non ha bisogno di urlare. Funziona. Punto.
E alla fine, è questo che chiediamo a uno smartwatch: non solo di esserci, ma di essere utile. Sempre.


