A volte sembra tutto uguale, ma basta metterle alle orecchie per capire che qualcosa è cambiato davvero. Le Beats Solo 4 sono arrivate quasi in punta di piedi, senza rivoluzioni estetiche, senza clamore. Eppure, sotto la superficie, c’è un mondo di differenze rispetto alle Solo3 Wireless. Non è una rivoluzione, ma è quella continuità che serviva, con scelte intelligenti e giuste al momento giusto.
Abbiamo preso in mano entrambe le versioni, le abbiamo ascoltate per giorni, alternate tra viaggio, casa e chiamate in mobilità. E il risultato è chiaro: la nuova generazione è più matura, più versatile, più… sensata.
Vediamo insieme, punto per punto, perché le Beats Solo 4 rappresentano oggi la scelta più coerente per chi cerca un paio di cuffie on-ear.
Stesso stile, ma più comfort dove serve

A prima vista potresti non notarli, ma i dettagli cambiano tutto. Le Solo 4 mantengono la linea compatta, pieghevole, con l’archetto regolabile, ma i padiglioni sono più morbidi, più accoglienti, e la forma è leggermente più arrotondata.
Non sono ancora cuffie comode per tutti, certo, perché il formato on-ear resta quello: un po’ di pressione si sente. Ma chi le ha trovate sempre un filo rigide, potrebbe avere una bella sorpresa con le nuove.
Il peso? Uguale: 216 grammi. Ma la distribuzione è migliorata. E sì, restano inadatte per fare sport, ma per l’ascolto urbano o il lavoro in mobilità, sono più gradevoli da indossare a lungo.
Stessi pulsanti, zero sorprese
Le Solo 4 non ti costringono a imparare niente di nuovo. Stesso schema di comandi fisici sul padiglione, con il logo “b” che funziona da tasto multifunzione, i pulsanti volume sopra e sotto, e quello laterale per accensione e Bluetooth.
Nessun touch, nessuna gesture, nessuna complicazione. Chi ha già usato le Beats si sentirà subito a casa. E chi cerca un’interfaccia solida e intuitiva, qui la trova.
USB-C e Bluetooth 5.3: era ora

E qui arriva il salto che aspettavamo. Le Solo 3 si caricavano via micro-USB. Basta. Le Solo 4 passano finalmente a USB-C, e non solo per ricaricare: supportano anche l’ascolto cablato via digitale, il che significa audio lossless diretto da smartphone compatibili.
Il Bluetooth 5.3 è più stabile, più efficiente, più pronto per gli standard futuri. La differenza si sente subito nel pairing più veloce e nei consumi ridotti. E sì, c’è ancora il jack da 3,5 mm, per chi vuole il cavo classico.
Per chi usa iPhone, l’integrazione resta impeccabile. Anche se il chip H1 non è presente, la compatibilità con l’ecosistema Apple è completa, compresa la rete “Dov’è” e il pairing istantaneo.
80 ore di batteria. No, non è un errore
Le Solo3 erano già leggendarie in questo: 45 ore di autonomia reale. Ma le Solo 4 fanno di meglio. Molto meglio. Oltre 80 ore di ascolto continuo. Una ricarica e sei a posto per tutta la settimana. O più.
Non solo: la funzione Fast Fuel ti dà ore di musica con pochi minuti di ricarica. E grazie all’ottimizzazione del nuovo chip e al Bluetooth aggiornato, la gestione energetica è tra le migliori viste su cuffie on-ear.
Se odi ricaricare le cuffie ogni due giorni, questo dettaglio fa la differenza vera.
Isolamento? Sempre il tallone d’Achille

Non giriamoci intorno: le on-ear non isolano come le over-ear, e qui non c’è nessuna magia. Nessun ANC, nessuna soppressione attiva. Solo isolamento passivo, con tutto ciò che comporta.
Le Solo 4 migliorano un po’, grazie a una struttura leggermente più aderente, ma i rumori di fondo passano comunque. In un bar affollato o su un treno rumoroso, te ne accorgi subito.
Chi cerca silenzio assoluto, deve guardare altrove. Ma chi usa le cuffie in ambienti normali, per podcast, musica, o chiamate… può conviverci senza problemi.
Il suono cambia. E cresce.
Ecco la novità più sottile, ma forse più significativa. Le Solo3 erano bassose, calde, energiche, ma un po’ confuse. Perfette per la trap, l’hip-hop, meno per il jazz o il pop acustico.
Le Solo 4 cambiano rotta. I bassi ci sono ancora, ma sono più controllati. Le voci escono meglio. Gli strumenti si separano di più. È un suono più pulito, meno carico, più moderno.
Chi amava la vecchia “botta” delle Beats dovrà abituarsi. Ma chi ascolta di tutto, troverà un equilibrio molto più interessante.
Microfoni: meglio. Finalmente.
Anche qui, il salto si sente. Le Solo 4 hanno microfoni migliori, più nitidi, con meno distorsione e meno rumore. Le chiamate risultano più chiare, e l’assistente vocale capisce meglio.
Non è un microfono da studio, ma rispetto alle Solo3, il salto qualitativo è evidente. Chi fa spesso chiamate in mobilità se ne accorgerà subito.
App? Non cambia nulla. E va bene così

Su iOS, le cuffie si integrano nativamente. Niente app da scaricare. Su Android, l’app Beats ti aiuta a gestirle, aggiornare il firmware, rintracciarle se le perdi. Ma non puoi personalizzare l’equalizzazione né fare tuning avanzati.
L’esperienza è semplice, chiara, senza troppi fronzoli. Perfetta per chi non ama smanettare.
Conclusione: Beats Solo 4 è la scelta che ha senso oggi
Non sempre il salto generazionale è così netto. Ma qui lo è. Le Solo 4 migliorano tutto quello che contava: connessione, autonomia, qualità audio, comfort, microfoni.
Non cambiano forma, non gridano al cambiamento. Ma lo portano, sottovoce, in ogni aspetto che conta davvero.
Chi ha già le Solo3 e ama quel suono bassoso, può tenerle ancora un po’. Ma chi deve scegliere oggi, non ha dubbi. Le Solo 4 sono più aggiornate, più comode, più intelligenti. E suonano meglio.
Sono le Beats più complete di sempre. E per una volta, il nome non è solo marketing. È sostanza.


